L'ITALIA ATTENDE SOLO LA FINE
Che gran Paese, l'Italia. Dove i partiti si spaccano e si ricompongono
senza che ci sia uno straccio di discussione su idee e programmi. Dove
qualche ragazzino sogna di far politica e subito piomba un vecchio,
cinico giornalista di serie C a proporre domande stupide per mettere in
crisi l'interlocutore (che, da parte sua, dimostra la più totale
incapacità a star di fronte ad un microfono).
Dove si inventano le
primarie del Pd con l'inclusione degli immigrati albanesi, così son
contente Kyenge e Boldrini. E di fronte alle perplessità generali, la
comunità albanese insorge di fronte alle telecamere spiegando di essere
da sempre vicina al Pd e di avere il sacrosanto diritto di scegliere tra
l'amato Renzi e Bersani. "Ah, non c'è più Bersani? Ma figuriamoci, ci
avrebbero avvertito. Civati, Cuperlo? Ma che parole sono? Non sappiamo
bene l'italiano". Tanto per offrire un'idea della correttezza del
Partito Democratico. E le dichiarazioni dei redditi? Una farsa, con
operai sfruttati che risultano più ricchi degli sfruttatori. Ma bisogna
capire. Deve essere il brillante risultato del superpagato Befera, il
boss di Equitalia.
Colpire i deboli e fingere indifferenza di fronte ai
potenti.
Un BelPaese dove si celebrano le giornate dell'orientamento
scolastico e si finge di non vedere l'esercito di ragazzini totalmente
indifferenti ad ogni formazione e interessati solo all'ultimo modello di
iphone, costi quel che costi. E se c'è da prostituirsi, poco importa:
dobbiamo svendere cervelli e braccia perché ce lo chiede l'Europa, che
sarà mai vendere qualcosa in mezzo alle cosce?
Un Bel Paese dove i
politicamente corretti spiegano ai riottosi che si devono regolarizzare i
clandestini, così i problemi si risolvono. Bisognerebbe spiegarlo
all'ultima vittima (ultima solo per ora) assassinata in casa
dall'immigrato regolare che voleva aiutare.
Un Bel Paese dove i morti
per amianto sono un crimine immondo se l'azienda è di qualcuno e sono
una inevitabile conseguenza dell'industrializzazione se il colpevole è
qualcun altro.
Il Paese dove un calciatore viene escluso dalla nazionale
se litiga con l'arbitro e dove un altro calciatore viene perdonato a
prescindere perché Prandelli è per il politicamente corretto e non per
una giustizia uguale per tutti. Dove non ci sono i soldi per aiutare le
vecchine costrette a frugare nella spazzatura dei mercati ma dove ci
sono per le tv al plasma da regalare ai clandesti. Un Paese guidato da
morti, da comparse destinate a scomparire nell'oblio. Ma un Paese dove
un popolo, annichilito e istupidito, resta beatamente a guardare in
attesa della fine