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Schio, Cioni (FdI) attacca: “Recesso da AVA? Ipotesi irresponsabile. Il servizio pubblico non è un pallone da portarsi via quando si perde la partita”

  S i accende il confronto politico attorno all’ipotesi -circolata negli ultimi giorni - di un possibile recesso del Comune di Schio da AVA , la società pubblica che gestisce impianti e servizi ambientali dell’ Alto Vicentino . A intervenire è il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Garbin , Alex Cioni , che definisce l’eventualità “politicamente grave e senza precedenti”. Secondo Cioni, la questione nasce dopo la netta sconfitta del Comune di Schio nell’assemblea dei soci, che a larga maggioranza ha approvato la fusione tra AVA e Soraris .    A fronte di quella decisione, “pensare di reagire come quel bambino che, non potendo più giocare, si porta via il pallone, è un atteggiamento che fotografa in modo inequivocabile l’inadeguatezza di questa amministrazione e della sua maggioranza” - afferma l’esponente di FdI. “Il futuro del servizio pubblico e di un impianto strategico dell’Alto Vicentino non può essere gestito con scatti emotivi. L’auspicio è che si tratti...

80° eccidio di Schio, Fratelli d'Italia: “Un silenzio istituzionale inaccettabile. Il Comune rifiuta il confronto e asseconda l'estremismo dell'ANPI”

Il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia interviene con fermezza sulla totale assenza di risposta da parte del sindaco Cristina Marigo e della Giunta alle proposte protocollate il 22 maggio, riguardanti le iniziative per l’80° anniversario dell’eccidio delle carceri mandamentali. 
Un silenzio che, a giudizio dei consiglieri, rappresenta una chiusura politica e culturale grave e ingiustificabile.

“A distanza di un mese – dichiara il capogruppo Alex Cioni – non abbiamo ricevuto nemmeno un cenno di riscontro. Non è questione di polemica, ma di rispetto istituzionale. Il sindaco Marigo, già in evidente difficoltà nella guida della città, avrebbe potuto almeno dimostrare un minimo di correttezza nei rapporti tra forze politiche. Qui non si parla solo di stile personale, ma di educazione istituzionale, che è un dovere verso i rappresentanti eletti e la cittadinanza. Se servisse – aggiunge Cioni con ironia – potrebbe iniziare consultando un buon manuale sul galateo democratico”.
“Non posso che constatare ancora una volta – prosegue il consigliere Gianmario Munari – l’inadeguatezza di questa amministrazione, che su un tema tanto delicato come la memoria pubblica preferisce il silenzio, evitando ogni confronto e rifugiandosi in posizioni ambigue. È un atteggiamento che rivela debolezza, non certo responsabilità politica”.

Per queste ragioni, Fratelli d’Italia ha presentato una mozione (clicca qui) che sarà discussa nel Consiglio comunale del 30 giugno e 2 luglio. Attraverso questo atto formale, le proposte già avanzate vengono rilanciate in sede istituzionale, chiedendo al Sindaco di chiarire in aula le motivazioni che hanno portato al loro rigetto e di riferire puntualmente sugli esiti degli incontri avuti con le parti interessate – ANPI, AVL e familiari delle vittime – in merito all’organizzazione delle celebrazioni per l’80° anniversario dell’eccidio.


Nel testo è inoltre contenuta una richiesta formale alle autorità competenti: vietare ogni tipo di manifestazione politica o di protesta il 7 luglio in Piazza Alessandro Rossi e nei pressi del Duomo, per evitare che si ripetano episodi come quelli del 2020, quando si verificarono scontri tra esponenti dei centri sociali, dell’ANPI e le forze dell’ordine chiamate a presidiare il centro cittadino.
"A ottant’anni dai fatti – conclude Cioni – la memoria storica non può più essere ostaggio di schemi ideologici funzionali a interessi di parte. È tempo di compiere un vero salto di maturità politica e civile, storicizzando quegli eventi nel rispetto di tutte le vittime, senza distinzioni pregiudiziali o appartenenze politiche. Solo così si potrà costruire una concordia autentica e una pacificazione reale, che oggi restano purtroppo solo formali, condizionate dai chi continua a esercitare un controllo ideologico sul vicende belliche e della guerra civile, trasformando la Resistenza in un dogma intoccabile".

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