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Schio, Cioni (FdI) attacca: “Recesso da AVA? Ipotesi irresponsabile. Il servizio pubblico non è un pallone da portarsi via quando si perde la partita”

  S i accende il confronto politico attorno all’ipotesi -circolata negli ultimi giorni - di un possibile recesso del Comune di Schio da AVA , la società pubblica che gestisce impianti e servizi ambientali dell’ Alto Vicentino . A intervenire è il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Garbin , Alex Cioni , che definisce l’eventualità “politicamente grave e senza precedenti”. Secondo Cioni, la questione nasce dopo la netta sconfitta del Comune di Schio nell’assemblea dei soci, che a larga maggioranza ha approvato la fusione tra AVA e Soraris .    A fronte di quella decisione, “pensare di reagire come quel bambino che, non potendo più giocare, si porta via il pallone, è un atteggiamento che fotografa in modo inequivocabile l’inadeguatezza di questa amministrazione e della sua maggioranza” - afferma l’esponente di FdI. “Il futuro del servizio pubblico e di un impianto strategico dell’Alto Vicentino non può essere gestito con scatti emotivi. L’auspicio è che si tratti...

LETTERA APERTA. L'ANPI NON HA PIU' SENSO

di Alex CIONI

"​Tutto sarebbe più semplice se l’Anpi riconoscesse di essere un’associazione politica fra tante, esprimendo liberamente le proprie posizioni, senza pretendere di rappresentare ancora oggi la Resistenza”.
A sostenerlo non è ​​Ignazio La Russa ma Arturo Parisi, ex leader dei Democratici prodiani, tra i fondatori del Pd ed ex ministro della Difesa del governo Prodi.
Per come la vedo io l'Anpi è un'associazione combattentistica solo sulla carta che ha esaurito il suo ruolo storico.
Oggi l'Anpi è già ​nei fatti ​una delle tante associazioni politiche della galassia di sinistra radicale che annualmente gode di un cospicuo finanziamento pubblico celato dietro la memoria storica della Resistenza.
Sarebbe ora di finirla con questi privilegi grazie ai quali l'Anpi mantiene su di sé le redini di una memoria volutamente divisiva e strumentale brandita come un se fosse un plotone di esecuzione.
E' del tutto evidente che l'Anpi ha tutto l'interesse di mantenere vivo un clima di costante "guerra civile", ovvero di divisione in buoni e cattivi, dove loro, manco a dirlo, sono i buoni.
In questo modo giustifica la propria esistenza e i cospicui contributi pubblici che riceve.
A quasi ottant'anni dalla fine della guerra civile non sarebbe invece arrivato il momento di dismettere l'odio​ partigiano​ e un atteggiamento di perenne rivalsa?
Come disse l'ex ministro della Difesa Arturo Parisi, "l’Anpi dovrebbe trasformarsi a tutti gli effetti in un’associazione fra le tante. Non più ‘la’ associazione che per eccellenza rappresenta la Resistenza perché su quello ha esaurito la sua ragione sociale. Semplicemente per compimento".​
Io, e ho motivo di credere moltissimi italiani stanchi di polemiche passatiste, condivido il punto di vista di Parisi.​
Basta soldi all'Anpi!
Basta con il 25 aprile monopolizzato dall'Anpi!

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