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A Schio si spende meno di Bassano per la Polizia Locale. Sotto la lente: 1,8 milioni di spesa, servizi adeguati?

A seguito dell'esame dei dati consuntivi degli ultimi anni richiesti dal nostro gruppo consiliare, emerge un quadro che richiede una riflessione approfondita. Per questo, ​a​bbiamo depositato una nuova interrogazione al Sindaco (clicca qui) , affinché l'amministrazione comunale si faccia parte attiva nel chiarire alcuni aspetti critici della gestione del Consorzio di Polizia Locale Alto Vicentino​. "Il confronto con realtà simili è inevitabil​e " - dichiara Alex Cioni, Capogruppo di Fratelli d'Italia a Palazzo Garbin. ​" Se il Comune di Bassano del Grappa spende circa 2.300.000 euro all'anno per la Polizia Locale, con un costo per abitante di circa 54 euro, Schio contribuisce con poco meno di 1.804 mila mila euro, pari a 46,91 euro per abitante. La domanda che ci poniamo è semplice: questi investimenti garantiscono un servizio efficiente e adeguato alle necessità della nostra comunità?" Nel dibattito in corso a Bassano del Grappa si sta valutando l...

CAMPAGNA ELETTORALE, IL CONSIGLIERE COMUNALE ALEX CIONI REPLICA AL SINDACO DI SCHIO VALTER ORSI



Intervento in risposta all’intervista al sindaco di Schio pubblicata da AltoVicentinonline... 
 
Ha ragione il sindaco di Schio quanto dice che Draghi avrebbe dovuto rimanere al governo fino a fine legislatura ma non per gli stessi motivi espressi dal sindaco. Draghi non è stato licenziato, si è di fatto congedato da solo dalle sue responsabilità. Altrimenti non sarebbe intervenuto in parlamento con quei toni categorici che hanno messo al muro le forze politiche della maggioranza che lo sostenevano: “o fate quello che dico io o fate da soli” disse in sostanza il presidente del consiglio. La realtà quindi è un’altra. Draghi ha scelto coscientemente di abbandonare la nave nella tempesta scaricando il peso dei problemi a chi verrà dopo di lui. Altro che statista come viene definito dai rampolli dei circoli confindustriali italici.
Orsi ha indubbiamente ragione invece nell’evidenziare i problemi che gli amministratori locali dei comuni sono chiamati ad affrontare puntando il dito su quei politici del territorio che una volta diventati onorevoli deputati e senatori se ne sono perse le tracce. Mi unisco quindi all’appello del sindaco rivolgendomi a coloro che tra un mese saranno eletti in parlamento affinché i parlamentari ricoprano pienamente il ruolo che sono chiamati a rappresentare mettendosi interamente a disposizione del territorio dal quale provengono. Già questa sarebbe una piccola positiva rivoluzione se consideriamo, fra l’altro, che la modifica del numero dei parlamentari voluta dagli italiani ha prodotto una riduzione importante dei rappresentanti eletti territorialmente.

Il sindaco di Schio ha ragione anche quando critica una campagna elettorale che al momento è un eufemismo definire noiosa e a tratti stucchevole.
Sparare però nel mucchio non mi sembra un approccio corretto. 
Se la campagna elettorale è scivolata, almeno in questa prima fase, su questioni di lana caprina, vanno individuati i responsabili che stanno soprattutto nel centrosinistra.
Sono loro a rifiutare un confronto con Giorgia Meloni sui temi strategici per buttarla quotidianamente in rissa con il prezioso supporto del mainstream e del cosiddetto star system tricolore composto da attricette, influencer social e qualche cantante ormai dimenticata. Un giochetto stantio che a mio avviso non pagherà e che anzi riconoscerà maggiori consensi a Giorgia Meloni e a Fratelli d’Italia.
Torno su Draghi menzionando le parole dell’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga; uno che alla pari di un Andreotti di intrighi di palazzo e cose italiche qualcosa ne sapeva: “È un vile, un vile affarista non si può nominare presidente del Consiglio dei Ministri chi è stato socio della Goldman & Sachs, grande banca d’affari americana. E male, molto male, io feci ad appoggiarne, quasi a imporne la candidatura a Silvio Berlusconi, male molto male. È il liquidatore dopo la famosa crociera sul “Britannia” dell’industria pubblica, la svendita dell’industria pubblica italiana quand’era direttore generale del tesoro e immaginati che cosa farebbe da presidente del Consiglio dei Ministri svenderebbe quel che rimane: Finmeccanica, l’Enel, l’Eni e certamente i suoi ex comparuzzi di Goldman & Sachs”.
Parole espresse nel 2008 e che risuonano ancora oggi come un avvertimento che un anno e mezzo fa venne purtroppo inascoltato.
 
Alex Cioni 
consigliere comunale di Schio

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