MIGRANTI, IL NUOVO BANDO PER I RICHIDENTI ASILO RISCHIA DI ANDARE DESERTO


VICENZA, MIGRANTI: SECONDO IL COMITATO PRIMANOI IL NUOVO BANDO DELLA PREFETTURA RIGUARDA IN BUONA SOSTANZA I RICHIEDENTI ASILO GIA’ PRESENTI SUL TERRITORIO PROVINCIALE 

Uscito il nuovo bando della Prefettura di Vicenza con il quale si delimita la struttura per l’accoglienza dei richiedenti asilo nei prossimi due anni sul territorio provinciale, il comitato di cittadini PrimaNoi interviene gettando acqua sul fuoco delle polemiche politiche scoppiate soprattutto nel capoluogo berico.
Come noto il comitato PrimaNoi si è sempre battuto contro l’accoglienza indiscriminata dei “sedicenti profughi” opponendosi all’accoglienza diffusa di “soggetti che nella quasi totalità dei casi hanno dimostrato di millantare status che non gli appartenevano”.
“Il bando – spiega il portavoce Alex Cioni – non dice che nei prossimi due anni è previsto un aumento di 1330 sedicenti profughi (930 in unità abitative singole, il resto in centri collettivi ndr), ma è stato stilato in buona sostanza per i richiedenti asilo già presenti e ospitati attualmente nelle varie strutture sparse per la provincia di Vicenza”. In ogni caso su questo aspetto il comitato annuncia che a breve presenterà un’istanza alle Autorità competenti per avere la mappa dettagliata dei richiedenti asilo presenti attualmente su tutta la provincia.
Cioni poi avverte che il nuovo bando corre il “rischio di andare deserto come già accaduto in molte altre province italiane” per la rinuncia delle cooperative a parteciparvi dopo che il ministro dell’Interno ha “correttamente ridotto i finanziamenti a quella che era diventata una vera e propria mangiatoia". Se andrà come prevede PrimaNoi, la prefettura sarà obbligata a prorogare i vecchi bandi “con la conseguenza che il risparmio sarà molto inferiore a quanto annunciato”.

Per questa ragione, secondo il comitato l'unica strada che nel medio periodo può portare "alla fine della mangiatoia, è di mettere veramente fine al giro d’affari innescato dai Governi di sinistra, proseguendo con determinazione e senza ripensamenti – conclude Alex Cioni – con la politica del blocco dei barconi organizzati dai criminali di esseri umani, attuando nel contempo misure di sviluppo e di collaborazione nel continente africano. Misure senza le quali qualsiasi tipo di chiusura agli sbarchi di clandestini rischia nel tempo, considerata la progressiva e costante esplosione demografica africana, di rivelarsi inefficace”.

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