EDITORIALE DI GIORGIA MELONI: NON FACCIAMO POLITICA PER PRENDERE VOTI, CERCHIAMO VOTI PER FARE POLITICA
Fossimo stati 75mila di più, oggi
avremmo anche una piccola pattuglia di fratelli a difendere l’interesse
degli italiani nel grigio parlamento di Bruxelles. Ma pazienza, non è
quello 0,3% mancante che può definire le ragioni della nostra lotta. Ciò
che meglio racconta la bellezza delle idee in cui crediamo è quel
milione e oltre di italiani che due giorni fa sono andati ai seggi per
urlare al mondo la propria voglia di libertà, di giustizia sociale, di
Patria.
Sfidando l’ostracismo dell’informazione, gli scherani del
governo, gli appelli presidenziali, ecc. Non sono molti i partiti che a
distanza di un solo anno dalle elezioni politiche sono cresciuti nel
consenso elettorale, anche in voti assoluti nonostante la flessione dei
votanti. Sono solo tre: il Pd, Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale e la
Lega. In quest’ordine. Un risultato raggiunto senza inseguire il
consenso facile di chi ha impiegato tutto il tempo della campagna
elettorale a parlare di Hitler e Stalin, di cagnolini e dentiere, di
fondoschiena, di cessi e di sputi virtuali. Noi abbiamo fatto una scelta
diversa.
Qualcuno ha detto che parlando di cose serie come
l’immigrazione clandestina, la sovranità monetaria o la disoccupazione
giovanile, si annoia l’elettorato, non lo si prende per “la pancia”. Può
darsi. Può darsi che così si allunga la strada, ma non abbiamo mai
cercato scorciatoie. Saremmo rimasti accucciati dov'eravamo, come altri
presunti “uomini di destra”, se non avessimo avuto l’anima in fiamme.
Non facciamo politica per prendere voti. Cerchiamo voti per fare
politica. Quella grande e nobile, che non si svende per una poltrona da
sottosegretario o una manciata di schede elettorali. In tanti oggi ci
chiedono delle future alleanze di FdI-AN.
Sicuramente nei prossimi mesi dovremo
dialogare con tutti, particolarmente con i partiti del centrodestra.
Naturalmente a patto che i nostri interlocutori la smettano di portare
l’acqua con le orecchie a Renzi o alla Merkel, come hanno fatto negli
ultimi mesi. A patto cioè, che oltre a definirsi di centrodestra lo
siano anche. Perché aspiriamo a essere la destra forte di un
centrodestra credibile. Ma se quel centrodestra credibile non è e non
vuole esserlo, allora le nostre alleanze non andranno date per scontate.
E poi, soprattutto, vogliamo dialogare con gli italiani, con
particolare attenzione a chi è rimasto a casa, non partecipando al voto,
rinunciando a lottare per la propria terra.
La famiglia di Fratelli
d’Italia-Alleanza Nazionale cresce a ogni tornata elettorale e come
accade con l’arrivo di un nuovo figlio, abbiamo bisogno di allargare la
nostra casa con una stanza in più. Per questo ci incontreremo nei
prossimi giorni: a scuola, in piazza, in birreria o nelle mille sedi
sparse su tutto il territorio nazionale. Per radicarci sotto la pelle di
questa nazione straordinaria, per prepararci a una nuova stagione di
coraggio e passione civile.
Abbiamo tanta strada da fare ancora.
Come quella di Marco Polo descritta nel suo celebre libro chiamato,
guarda un po’, “Il Milione”. Scrive Calvino: alla domanda del Kublai Kan
su quale fosse la pietra che sostiene il ponte, Marco Polo rispose
l’arco. Ma poi guardandolo pensieroso, aggiunse: “senza pietre non c'è
arco”. Ecco, penso che ognuno di noi debba sentirsi la pietra di un
progetto politico destinato a far da ponte con il futuro. Ognuno di noi è
indispensabile per farcela, la nostra unione sarà la nostra forza. E
adesso in piedi, rimettiamoci in marcia che già l’alba di un nuovo
giorno s’intravede.
P.S. Anche oggi due soldati italiani
sono costretti a svegliarsi a migliaia di chilometri dalle proprie case.
Anche se gli altri sì, noi non li dimentichiamo. E lottiamo per loro.
P.P.S. Un grazie a tutti i nostri
candidati e a tutti i militanti, simpatizzanti, amici, che si sono spesi
in questa bella e durissima campagna elettorale. Quel milione di
italiani crede soprattutto in voi, nella vostra onestà e nel vostro
entusiasmo. Un grazie particolare ai parlamentari europei uscenti di
Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale: l’Italia meritava di essere
rappresentata da uomini degni e orgogliosi come voi. E un grazie di
cuore anche all’uomo delle scommesse impossibili, Guido Crosetto, e ai
dirigenti piemontesi: il vostro risultato alla Presidenza della Regione
Piemonte, in solitaria, dimostra che il centrodestra ha perso un’altra
bella occasione.