La sentenza della Corte, oltre la propaganda: la vera natura dell’autonomia differenziata
di Alex CIONI
Sostanzialmente la Corte ha chiarito che l'autonomia differenziata e l'autonomia a statuto speciale sono due concetti distinti.
Un dettaglio tutt'altro che marginale che evidenzio da anni, considerando che inizialmente qualcuno aveva presentato l'autonomia differenziata o il regionalismo asimmetrico come un passo per raggiungere lo status dell'Alto Adige.
I giudici della Corte, in questo senso, hanno ribadito che la strada corretta è quella del regionalismo cooperativo, che permette di garantire sia l'unità del Paese sia l'autonomia politica regionale, seguendo il principio di sussidiarietà.
A questo proposito, vale la pena di aggiungere che il principio di sussidiarietà è tecnicamente diverso dall'autonomia in senso stretto, la quale si riferisce alla capacità di un ente o di un soggetto di autogovernarsi, prendendo decisioni indipendenti entro i limiti stabiliti dalla legge.
La Corte ha inoltre specificato che il trasferimento delle funzioni (le materie previste in Costituzione) sarà possibile solo se porterà a una maggiore efficienza secondo il principio di sussidiarietà confermando in questo modo il perimetro entro il quale si può definire l'autonomia differenziata.
Ma quali materie non possono essere trasferite?
Secondo i giudici, sulla base del principio di sussidiarietà, per alcune materie il trasferimento risulta difficilmente giustificabile.
Tra queste rientrano: commercio con l’estero, ambiente, energia, porti e aeroporti, comunicazione, istruzione e professioni.
Per come la vedo io, e per come l'ho capita soprattutto, la sentenza della Corte è un passo importante: da un lato si smonta la retorica di chi, in passato, ha usato il tema per alimentare divisioni territoriali, spesso con toni di spregio verso l'idea di un'Italia unita.
Dall’altro, si risponde a chi sostiene un centralismo rigido, che non tiene conto delle specificità e delle potenzialità dei territori.
Quindi, la sfida ora consiste nel costruire un equilibrio tra autonomia e coesione nazionale, promuovendo un regionalismo maturo e responsabile che valorizzi le diversità senza compromettere il bene comune e l'unità del Paese.
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