A THIENE SI DISCUTE SULLA SICUREZZA E SI RILANCIA LA RICHIESTA DI APERTURA DI UN COMMISSARIATO DI POLIZIA NELL'ALTO VICENTINO


di Alex CIONI

Sul tema della sicurezza gli amici delle minoranze di centrodestra ripropongono la velleitaria proposta di apertura di un commissariato di polizia di Stato per l'alto vicentino.
Non entro nel merito del dibattito in corso a Thiene, mi permetto di condividere una riflessione sulla proposta che interessa anche noi scledensi.
Premetto che sul finire degli anni 90 raccolsi tra Schio, Valdagno e Thiene migliaia di firme per chiedere l’apertura di un presidio di polizia a Schio.
Va poi ricordato che qualche anno fa 36 sindaci dell'alto vicentino e 3 presidenti di categoria sottoscrissero una lettera indirizzata al governo Conte e al ministro dell'Interno Salvini formulando la medesima richiesta.
Se ne parla quindi almeno da 25 anni.
A questo punto la domanda sorge spontanea.
E' realizzabile questa soluzione?
Posso sbagliarmi ma da qualche anno mi sono convinto che non ci sono le condizioni: servirebbero almeno 50 agenti quando abbiamo l'organico della questura vicentina che pare non essere soddisfacente, mentre da anni rimane inevasa la domanda di farla rientrare in prima fascia con un aumento non occasionale ma strutturale dell’organico.
Sappiamo anche che ci sono numerosi commissariati sparsi in giro per l'Italia sotto organico. Commissariati per altro insediati in zone dove i fenomeni criminosi sono ben altra cosa da quanto conosciamo da queste parti.
La sicurezza urbana è un tema che non va minimizzato, come fa qualcuno riducendola ad una errata percezione dei cittadini. Oltretutto, quando il livello di percezione diviene largamente diffuso tra i cittadini, si deve parlare di un vero problema, non di qualcosa di immaginario. 
E come tale va affrontato.
Dunque, cosa fare? Per quanto compete un’amministrazione comunale gli strumenti sono i soliti e spuntati: potenziare la rete di videosorveglianza, favorire il contributo dei cittadini con la rete del Controllo di vicinato, investire sulla Polizia Locale anche attraverso un efficientamento organizzativo che preveda la figura del “vigile di quartiere”. Tanto per fare degli esempi.
A Schio abbiamo gli stessi problemi.
Da un anno a questa parte qualcosa è cambiato in meglio con l’arrivo del nuovo comandante della compagnia dei carabinieri e grazie ad una serie di azioni interforze di controllo del territorio predisposti dal questore di Vicenza. Gli effetti si sono visti subito anche in termini di percezione con una presenza di autopattuglie dei carabinieri in strada ben più marcata.
Per come la vedo io, piuttosto di insistere con proposte per ora oggettivamente impraticabili, lavoriamo politicamente per rafforzare l’organico della questura vicentina e delle stazioni dei carabinieri sparse in provincia, e per modificare quelle norme statali che impediscono ai Comuni, benché virtuosi e che presentano un rapporto tra spese di personale ed entrate correnti particolarmente basso, di superare un certo limite di dipendenti che vanno poi a pesare anche sull’organico in sofferenza delle nostre polizie locali.

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