Thiene/Casa occupata da pregiudicati nordafricani presto libera/VIDEO


IL COMITATO PRIMANOI: L'IMMOBILE SARA' PRESTO NELLA DISPONIBILITA' DELLA PROPRIETARIA


Si è svolta stamani la conferenza stampa per spiegare quanto accaduto in settimana dopo il sopralluogo di sabato scorso alla casa occupata abusivamente a Thiene da due pregiudicati nordafricani. Per PrimaNoi non è stato possibile trovarsi nei pressi dell'abitazione, come inizialmente stabilito, perché nella serata di ieri è giunta la prescrizione della Questura all'iniziativa. Forza dell'ordine, quindi, presenti stamani in massa in via Marconi, quasi a difendere i due occupanti da non meglio precisati pericoli. 
La conferenza stampa si è svolta nella vicina stazione dei treni con Alex Cioni in qualità di portavoce del comitato di cittadini PrimaNoi che ha accusato i vertici della Questura di essersi fatti "distrarre dalla sostanza del problema" e definito "inaccettabile il divieto di ritrovarci nelle vicinanze della casa nonostante si fosse spiegato a chiare lettere che l'intenzione era di raccontare come si sono fedelmente svolti i fatti". 
"Dal punto di vista scenografico - ha continuato Cioni - la Questura ha fatto passare l'idea che lo Stato tutela di più i delinquenti che i cittadini per bene, il che può essere una esagerazione ma questo è il messaggio che è passato ai tanti cittadini presenti".
Il sindaco di Thiene in settimana aveva definito quelli del comitato un "sedicente gruppo di cittadini senza autorità e legittimità", cui ha risposto Cioni definendo le parole di Casarotto "assurde e prive di senso".
"Probabilmente se ci fossimo vestiti da gabibbo nessuno avrebbe detto niente - accusa ancora Cioni - ma se un gruppo di cittadini si organizza per creare una rete di solidarietà allo scopo di istituire un mutuo soccorso contro gli abusi e le ingiustizie, dato che le istituzioni poco fanno o poco riescono a fare, per il sindaco siamo noi gli illegali come se in Italia esistessero cittadini di serie a e cittadini di serie b". 
Successivamente è intervenuta l'avvocato Claudia Pellizzari del comitato che ha spiegato i termini dell'accordo e la soluzione del caso, "cui si è arrivati legalmente creando le condizioni attraverso una pressione propedeutica a denunciare l'abuso". 
"I tempi della giustizia, i paradossi giuridici e gli stessi errori commessi dalla proprietaria nella gestione del problema - spiega Claudia Pellizzari - hanno portato al perseguimento dell'unica strada oggi percorribile per liberare una casa occupata: la denuncia sociale attraverso gli unici strumenti di libertà forse ancora funzionali quali il giornalismo e i media. Quando la sostanza dei fatti e del contesto è sotto gli occhi di tutti, accusare il comitato di aver violato la legge è un'infamia gratuita, sopratutto quando si è riusciti a risolvere il caso in una settimana attraverso un accordo legale che sarà depositato in Tribunale davanti al giudice.
Per il comitato si tratta di un risultato importante, soprattutto per la celerità con cui è stato ottenuto, senza sbavature e nel rispetto della legalità, quella legalità che gli occupanti hanno violato in più di una occasione. Il tutto anche con la collaborazione del legale della controparte, che ben ha compreso i termini del problema" - ha concluso l'avvocato Claudia Pellizzari.



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