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Schio, Cioni (FdI) attacca: “Recesso da AVA? Ipotesi irresponsabile. Il servizio pubblico non è un pallone da portarsi via quando si perde la partita”

  S i accende il confronto politico attorno all’ipotesi -circolata negli ultimi giorni - di un possibile recesso del Comune di Schio da AVA , la società pubblica che gestisce impianti e servizi ambientali dell’ Alto Vicentino . A intervenire è il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Garbin , Alex Cioni , che definisce l’eventualità “politicamente grave e senza precedenti”. Secondo Cioni, la questione nasce dopo la netta sconfitta del Comune di Schio nell’assemblea dei soci, che a larga maggioranza ha approvato la fusione tra AVA e Soraris .    A fronte di quella decisione, “pensare di reagire come quel bambino che, non potendo più giocare, si porta via il pallone, è un atteggiamento che fotografa in modo inequivocabile l’inadeguatezza di questa amministrazione e della sua maggioranza” - afferma l’esponente di FdI. “Il futuro del servizio pubblico e di un impianto strategico dell’Alto Vicentino non può essere gestito con scatti emotivi. L’auspicio è che si tratti...

Banche. Associazioni a delinquere?

MA SE NON HANNO UNA FUNZIONE SOCIALE, LE BANCHE A CHE SERVONO? 

Il governo Monti ha arbitrariamente di rifinanziato il Monte dei Paschi di Siena con 3.9 miliardi di euro dei contribuenti, azzerando, di fatto l’intero flusso di entrate rappresentato dall’IMU, che in pratica è diventata un regalo degli italiani alla banca senese.
L’operazione ha scosso l’opinione pubblica creando disappunto e perplessità nei cittadini. Una semplice riflessione però va fatta.
La banca dovrebbe avere la funzione sociale di erogare il credito fornendo al cittadino il denaro necessario per poter acquistare la casa o all’impresa per acquistare i fattori produttivi (macchinari, impianti, computer, ecc.).
E’ ovvio che il denaro ha un costo e che debba essere posto un tasso di interesse sul denaro prestato.
Attualmente riuscire ad ottenere denaro è difficilissimo se non impossibile, anche fornendo garanzie.
Quando viene concesso un mutuo per l’acquisto della casa la banca si tutela ponendo un’ipoteca sull’immobile che, in caso di inadempienza, diventa di sua proprietà. Inoltre applica sull’importo erogato un interesse che spesso arriva a far rimborsare al richiedente anche il 50% in più del capitale richiesto. 
Per di più le banche, forti delle ipoteche sugli immobili, hanno facoltà di emettere cartelle fondiarie da immettere sul mercato azionario con ulteriori guadagni.
Diverso è il caso delle imprese che per lavorare hanno bisogno dell’appoggio bancario. La banca per prestare denaro, garantire scoperti o concedere fidi chiede tassi di interessi ancora maggiori di quelli per il mutuo-casa, rivalendosi comunque, in caso di inadempienza sui beni dell’impresa.
In un modo o nell’altro la banca dovrebbe avere interesse a erogare prestiti, svolgendo un servizio per la collettività, peraltro profumatamente retribuito.
Non concedere prestiti vuol dire per una banca perdere soldi e non svolgere più la sua primaria funzione che è erogare il credito.
Quindi se le banche non sono più in grado di fornire denaro a cosa servono? Che funzione svolgono? Che senso ha investire denaro pubblico per evitare che falliscano? Lo stato, al fine di evitare eventuali disagi sociali, dovrebbe tutt’al più intervenire rimborsando i piccoli correntisti derubati col fallimento della banca. Ma dovrebbe poi lasciare che la banca, coi suoi manager, amministratori delegati, membri del cda, tutti retribuiti  con stipendi si arrangi. Altro che prendere i soldi dalle tasche dei cittadini con la scusa dell’Imu e versarla nelle casse del Mps! 

Matteo Tedeschi
articolo tratto da : L'Officina

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