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Schio – Via Verdi, Fratelli d’Italia: Va bene la sperimentazione, ma serve una regia complessiva. La nostra proposta: via Manin come accesso regolato da sud

L a questione della viabilità in via Verdi, utilizzata da anni come scorciatoia verso il centro storico nonostante il divieto ai non residenti in vigore dal 2010, torna al centro del dibattito politico.  I dati raccolti dal Comune a maggio 2025 parlano chiaro: oltre 1.000 veicoli al giorno, con il 70% che supera i 30 km/h. La giunta Marigo ha annunciato che dal 1° settembre al 31 dicembre sarà sperimentata l’inversione del senso di marcia, con entrata da via Manin/via San Gaetano e uscita verso via della Pozza, per ridurre i flussi non autorizzati. Per il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia si tratta di un passo che può essere utile ma insufficiente se viene non inserito in un piano organico. “Via Verdi va alleggerita e lo diciamo da anni - afferma il capogruppo Alex Cioni - ma questo va fatto all’interno di una visione più ampia e funzionale della viabilità di accesso al centro. Può andare la fase di sperimentazione, ma serve congiuntamente una reale alternativa per chi arriv...

Al peggio non c'é mai fine

  LA CRISI CORRE PIU' VELOCE DELLA POLITICA

La crisi non aspetta i tempi della politica, tanto meno quelli di un Bersani che si è infilato nella rincorsa ai grillini, scegliendo così di mandare a sbattere il Paese. 
Perché si moltiplicano i segnali di allarme di un’economia reale - famiglie e imprese - che chiede interventi rapidi su quei temi che il Pdl vuole siano affrontati subito nel nuovo parlamento: tasse, redditi, occupazione.
Gennaio ha aperto il nuovo anno con un consistente calo dei consumi (-2,4% su base annua) che sono tornati ai livelli del 2004. Quel che è peggio, Confcommercio vede un futuro ancora più nero, un 2013 molto difficile (altrochè ripresina!), come confermano i dati sugli ordinativi dell’industria in febbraio. 
Cassa integrazione in crescita, indici di fiducia crollati ai minimi, un calo mai visto dei consumi elettrici (-8%) che testimonia dell’abisso in cui si è andato a infilare il sistema produttivo, sono altri elementi che inducono al pessimismo.
Confesercenti, l’organizzazione del commercio tradizionalmente più vicina alla sinistra, è la più dura nel chiedere alla politica di fare presto e traccia un quadro delle cose da fare che è sostanzialmente sovrapponibile a quello del centrodestra, con un forte abbattimento della pressione fiscale su imprese (Irap) e famiglie (Irpef), tagli selettivi alla spesa, nessuno spazio all’aumento dell’Iva. Il presidente di Confesercenti dice alle forze politiche che “non si può più tergiversare, il paese non ne può più, occorre una svolta”.
Tra le cose da fare subito non indica la legge sul conflitto di interessi né una nuova legge anti-corruzione, ma meno tasse, più liquidità alle imprese, più tagli alla spesa pubblica. Un messaggio inascoltato da Bersani che dimostra di non aver , orecchie per ascoltare la voce del Paese.

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