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Schio – Via Verdi, Fratelli d’Italia: Va bene la sperimentazione, ma serve una regia complessiva. La nostra proposta: via Manin come accesso regolato da sud

L a questione della viabilità in via Verdi, utilizzata da anni come scorciatoia verso il centro storico nonostante il divieto ai non residenti in vigore dal 2010, torna al centro del dibattito politico.  I dati raccolti dal Comune a maggio 2025 parlano chiaro: oltre 1.000 veicoli al giorno, con il 70% che supera i 30 km/h. La giunta Marigo ha annunciato che dal 1° settembre al 31 dicembre sarà sperimentata l’inversione del senso di marcia, con entrata da via Manin/via San Gaetano e uscita verso via della Pozza, per ridurre i flussi non autorizzati. Per il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia si tratta di un passo che può essere utile ma insufficiente se viene non inserito in un piano organico. “Via Verdi va alleggerita e lo diciamo da anni - afferma il capogruppo Alex Cioni - ma questo va fatto all’interno di una visione più ampia e funzionale della viabilità di accesso al centro. Può andare la fase di sperimentazione, ma serve congiuntamente una reale alternativa per chi arriv...

Il Mattinale

LEGA NORD: CHE AVVVENIRE SE MARONI SI AVVICINA 
Una Lega forte serve all’Italia ed è una buona cosa per il futuro di questo Paese. Il Popolo della Libertà ed in particolare il presidente Silvio Berlusconi guardano con attenzione a questo nuovo inizio di un alleato storico, che è stato determinante per scardinare sin dal 1994 l’apparato politico-finanziario-mediatico che incombeva sui destini dell’Italia.
Qualche commentatore sostiene che il Carroccio riparte da zero, ma non è così. 
Riparte da un segretario che conosciamo bene, e con il quale c’è stata piena sintonia su contenuti e modi con cui ha condotto ministeri essenziali quali quelli dell’Interno (due volte) e del Lavoro.
Una Lega che guadagni voti e gareggi con il Pdl per essere il primo partito del Nord non dà noia ai veri moderati. La sana concorrenza impedisce di considerare il patrimonio di consensi come acquisito, e dà prospettive di successo ad una alleanza che è nelle cose ed è richiesta, più che dalla tattica, dalla comunanza di ideali e di interessi del nostro elettorato. 
In questa fase siamo divisi sul sostegno al governo Monti, e questo spiega certe asprezze attuali di Maroni e dei leghisti. Colpisce però che in nessun caso il neo segretario abbia preso le distanze sulla sostanza della politica che ha caratterizzato il patto di governo tra il Pdl e il Carroccio.
Anche ora, pur ponendoci in modo diverso dinanzi all’esecutivo Monti, restano analoghi gli accenti posti sulla necessità di mettersi dalla parte dei piccoli e medi imprenditori vessati da eccessive tasse e da una macchina statale pletorica. 
Anche la sottolineatura di Maroni riguardo all’obiettivo permanente dell’indipendenza della Padania, è riflesso della messa in ombra del federalismo da parte di Monti e soprattutto del centrosinistra (più Udc). Ma proprio il federalismo è un progetto che ci vede tuttora pienamente alleati e compagni attuali di battaglia. 
Il Pdl ha aderito convinto all’idea di riforma federalista della composizione del Senato, votando gli emendamenti leghisti e portandoli al successo, e questo non è un punto secondario nell’idea comune di Stato, insieme federale e semi-presidenzialista, con un esecutivo capace di incidere senza le farraginose procedure attuali.
C’è un’altra ragione che dovrebbe confortare dinanzi a una forte ripresa di identità e di immagine della Lega: il Movimento 5 Stelle di Grillo nel momento delle note difficoltà della dirigenza del Carroccio ha attinto a piene mani dal suo elettorato, gonfiando il fronte della protesta parolaia e di pura protesta. 
La grande funzione storica e civile della Lega è stata invece quella, grazie alla genialità politica di Bossi, di trasformare in spinta autenticamente democratica di cambiamento le pulsioni ribelliste di ampi settori produttivi e popolari del Nord. Ora questo furto nella bottega nordista diverrebbe subito un deciso stop.

Il Mattinale

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