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Schio – Via Verdi, Fratelli d’Italia: Va bene la sperimentazione, ma serve una regia complessiva. La nostra proposta: via Manin come accesso regolato da sud

L a questione della viabilità in via Verdi, utilizzata da anni come scorciatoia verso il centro storico nonostante il divieto ai non residenti in vigore dal 2010, torna al centro del dibattito politico.  I dati raccolti dal Comune a maggio 2025 parlano chiaro: oltre 1.000 veicoli al giorno, con il 70% che supera i 30 km/h. La giunta Marigo ha annunciato che dal 1° settembre al 31 dicembre sarà sperimentata l’inversione del senso di marcia, con entrata da via Manin/via San Gaetano e uscita verso via della Pozza, per ridurre i flussi non autorizzati. Per il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia si tratta di un passo che può essere utile ma insufficiente se viene non inserito in un piano organico. “Via Verdi va alleggerita e lo diciamo da anni - afferma il capogruppo Alex Cioni - ma questo va fatto all’interno di una visione più ampia e funzionale della viabilità di accesso al centro. Può andare la fase di sperimentazione, ma serve congiuntamente una reale alternativa per chi arriv...

Questa Europa non vale una Lira

FDI-AN CONFRONTA POTERE DI ACQUISTO LIRA/EURO IN MERCATO A ROMA. PRESENTE ALBERTO BAGNAI


Blitz di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale nel mercato rionale di via Corinto a Roma. Militanti e simpatizzanti del movimento politico guidato da Giorgia Meloni hanno allestito questa mattina un banco di prodotti alimentari e messo a confronto il potere di acquisto dell’euro e della lira. Presente all’iniziativa anche Alberto Bagnai, economista e professore associato di Politica economica all'Università "Gabriele D'Annunzio" di Pescara.
«Dall’ingresso dell’euro ad oggi il potere di acquisto delle famiglie italiane si è sostanzialmente dimezzato, mentre i salari degli italiani purtroppo non sono aumentati alla stessa maniera. Crediamo che restare nell’euro a queste condizioni non convenga all’Italia, perché sta affamando il nostro popolo e sta arricchendo quello tedesco e non possiamo stare in una moneta che fa il gioco di qualcun altro. Abbiamo provato a batterci per una riforma della Bce ma non ci sono i margini perché la Germania non lo consentirà mai. Noi non abbiamo mai fatto una moneta unica: abbiamo preso il marco tedesco e gli abbiamo cambiato nome e la nostra moneta ora fa gli interessi di un'unica nazione in Europa». Ha spiegato il presidente di FdI-An, Giorgia Meloni.

«Il vero problema dell'euro è racchiuso nel suo stesso logo: dietro al simbolo dell'euro, infatti, c'è la bandiera dell'Europa e l'Europa non è uno Stato. Una moneta che alle spalle non ha nessuno Stato la espone a essere gestita in un modo che non risponde a nessuna esigenza delle democrazie e che compongono l'eurozona - ha spiegato Bagnai -. La Bce non si può modificare perché  dovrebbe fare politiche più espansive per sostenere l’occupazione ma allora ci sarebbe fatalmente un po’ più di inflazione in Europa. Sappiamo benissimo, e ce lo dicono persino i giornalisti tedeschi che vengono a sorvegliare i nostri talk show, che gli interessi di un creditore e quelli di un debitore sono molto diversi: il creditore vuole rivedere indietro una moneta forte, al debitore invece l’inflazione fa comodo perché restituisce una moneta un pochino più debole. Il problema per cui non si può fare una banca centrale diversa da quella che abbiamo è solo questo: perché con una stessa moneta la Banca centrale sarà governata dal Paese più forte fatalmente, che è la Germania, che non vorrà mai fare politiche espansive perché altrimenti di fatto trasferirebbe ricchezza ai Paesi poveri. Cosa che non vuole fare. È un dato di fatto, accettiamolo e separiamoci. Un divorzio è meglio di un uxoricidio», ha concluso Bagnai.

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