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Schio – Via Verdi, Fratelli d’Italia: Va bene la sperimentazione, ma serve una regia complessiva. La nostra proposta: via Manin come accesso regolato da sud

L a questione della viabilità in via Verdi, utilizzata da anni come scorciatoia verso il centro storico nonostante il divieto ai non residenti in vigore dal 2010, torna al centro del dibattito politico.  I dati raccolti dal Comune a maggio 2025 parlano chiaro: oltre 1.000 veicoli al giorno, con il 70% che supera i 30 km/h. La giunta Marigo ha annunciato che dal 1° settembre al 31 dicembre sarà sperimentata l’inversione del senso di marcia, con entrata da via Manin/via San Gaetano e uscita verso via della Pozza, per ridurre i flussi non autorizzati. Per il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia si tratta di un passo che può essere utile ma insufficiente se viene non inserito in un piano organico. “Via Verdi va alleggerita e lo diciamo da anni - afferma il capogruppo Alex Cioni - ma questo va fatto all’interno di una visione più ampia e funzionale della viabilità di accesso al centro. Può andare la fase di sperimentazione, ma serve congiuntamente una reale alternativa per chi arriv...

Sbagliato demonizzare la protesta del 9 dicembre

VERSO IL 9 DICEMBRE, BLOCCHIAMO L'ITALIA: UNA PROTESTA INDUBBIAMENTE MOSSA DA VALIDE MOTIVAZIONI

"Il 9 DICEMBRE BLOCCHEREMO L’ITALIA DA PORDENONE ALLA SICILIA”. CHE QUESTE PAROLE ARRIVINO IN CIELO. PERCHE’ NON SE NE PUO’ PIU’ DI UNIONE EUROPEA, DI ANGELA MERKEL, DI FICAL COMPACT, DI ‘STABILITA’, DI LETTA, DI ALFANO, DI BILDERBERG!"
E' quanto si legge in uno dei tanti comunicati diffusi dai vari movimenti autonomi di piccoli imprenditori, agricoltori, artigiani, autotrasportari in vista del 9 dicembre. 
Obiettivamente è difficile trovare delle ragioni valide per non solidarizzare con le persone che in migliaia scenderanno lungo le strade di tutta Italia.
Se l’Europa può essere la casa comune di tutti i popoli del continente, all’interno di questa casa non ci possono essere figli di un Dio minore, in particolare l’Italia non può essere trattata come una cenerentola.
Bisogna ricordare che il 2014 è l’anno dell’entrata in vigore del Fiscal compact il che comporterà l’obbligo per l’Italia di rientrare dal suo debito pubblico che non potrà andare oltre il 60% rispetto al Pil.
Realisticamente questo vuol dire che il peggio deve ancora arrivare dal momento che il Governo sarà obbligato a presentare una serie di programmi di stabilità e di manovre correttive che inevitabilmente ricadranno sulle spalle dei cittadini in termini di tagli nei servizi e in tasse, nonostante l’Italia all’interno dell’Ue sia la prima nazione contribuente in rapporto al Pil.
Questioni queste che come molte altre sollevate dai promotori della protesta trovano una piena consapevolezza dei cittadini sulla necessità di contrastare un sistema eurocratico che così com'è impostato non funziona e va contro i bisogni primari di ogni cittadino e gli interessi del popolo che lavora e produce...

Alex Cioni

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