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Schio – Via Verdi, Fratelli d’Italia: Va bene la sperimentazione, ma serve una regia complessiva. La nostra proposta: via Manin come accesso regolato da sud

L a questione della viabilità in via Verdi, utilizzata da anni come scorciatoia verso il centro storico nonostante il divieto ai non residenti in vigore dal 2010, torna al centro del dibattito politico.  I dati raccolti dal Comune a maggio 2025 parlano chiaro: oltre 1.000 veicoli al giorno, con il 70% che supera i 30 km/h. La giunta Marigo ha annunciato che dal 1° settembre al 31 dicembre sarà sperimentata l’inversione del senso di marcia, con entrata da via Manin/via San Gaetano e uscita verso via della Pozza, per ridurre i flussi non autorizzati. Per il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia si tratta di un passo che può essere utile ma insufficiente se viene non inserito in un piano organico. “Via Verdi va alleggerita e lo diciamo da anni - afferma il capogruppo Alex Cioni - ma questo va fatto all’interno di una visione più ampia e funzionale della viabilità di accesso al centro. Può andare la fase di sperimentazione, ma serve congiuntamente una reale alternativa per chi arriv...

SCHIO, ARCHIVIO STORICO DELLA LANEROSSI: A MARGINE DI UN SOPRALLUOGO IL CONSIGLIERE COMUNALE ALEX CIONI CHIEDE LUMI AL COMUNE E ALLA SOPRINTENDENZA PER SAPERE SE L'EDIFICIO RISPETTA LE NORME RELATIVE ALLA PREVENZIONE INCENDI

Tra i temi portati nell’ultimo consiglio comunale dal centrodestra durante la discussione del bilancio triennale di previsione, troviamo l’archivio storico della Lanerossi che dal 2003 è in comodato d’uso al Comune grazie ad una convenzione con Marzotto Spa che scadrà nel 2028. Si tratta di un’imponente documentazione di oltre 150 anni di storia che rappresenta la più importante ed antica azienda laniera italiana racchiusa in 754 volumi e 48 raccoglitori, oltre a 110mila campioni di tessuti.
E’ stato il consigliere comunale di SchioCittà Capoluogo e dirigente provinciale di Fratelli d’Italia Alex Cioni a sollevare la questione della preziosa documentazione custodita all’interno dell’ex assortissaggio lane in via Rovereto. 
Un capannone del 1960 ceduto dalla Marzotto al Comune assieme alla Fabbrica Alta, la centrale idroelettrica Umberto I, e la centrale termica all’interno di un accordo tra pubblico e privato che, grazie al Piano Gregotti, avrebbe dovuto riqualificare l’ex area produttiva.
Nei mesi scorsi, la Prima commissione consiliare presieduta dallo stesso Cioni, ha effettuato dei sopralluoghi in alcuni edifici di pregio storico di proprietà del Comune, tra cui la Fabbrica Alta e il capannone che ospita per l’appunto l’Archivio storico della Lanerossi.
A margine del sopralluogo all’archivio storico, il consigliere ha presentato un’interrogazione chiedendo dei chiarimenti sullo stato di sicurezza dell’immobile: “Per questa particolare tipologia di archivi -spiega il consigliere-, mi risulta che la normativa preveda obbligatoriamente il possesso del certificato prevenzione incendi rilasciato dai Vigili del Fuoco”. 
Dal Comune hanno replicato riconoscendo che non esiste alcuna certificazione, precisando però che l’edificio è dotato dei dispositivi antincendio a muro che vengono regolarmente verificati come da normativa. La risposta ricevuta dal sindaco non ha fugato i dubbi di Cioni che nel frattempo ha interpellato la Soprintendenza archivistica del Veneto ricevendo una risposta che confermerebbe la necessità di mettere in sicurezza l’archivio ottenendo il CPI dai Vigili del Fuoco. 
Successivamente il consigliere ha presentato agli uffici comunali una richiesta di accesso agli atti chiedendo di visionare la convenzione sottoscritta tra il Comune e la Marzotto Spa.
Se l’edificio deve necessariamente essere dotato del CPI, mi rendo conto che si pone un problema rilevante che, fra le altre cose, evidenzierebbe comunque una negligenza che andrebbe a coinvolgere due amministrazioni di centrosinistra e l’attuale al termine del proprio mandato" - precisa l'esponente di Fratelli d'Italia. "La storia della Lanerossi, racchiusa in quei fascicoli e faldoni, è sempre stata considerata trasversalmente in ogni campagna elettorale come un patrimonio per la città da valorizzare, salvo poi tenerlo per vent’anni parcheggiato in un capannone semi abbandonato a disposizione almeno di studiosi e studenti universitari. Mi permetto di ricordare che nel marzo del 2015 ignoti sono entrati nel capannone prelevando cavi elettrici e strappando copertine con i fregi in ottone dai numerosi faldoni dei campionari, rovinando irrimediabilmente un pezzo di storia cittadina. A margine di questo furto è stato installato un sistema di allarme anti intrusione –conclude Alex Cioni-, ma se a causa dell'intrusione fosse scoppiato un incendio, cosa si sarebbe salvato dell’archivio? E' evidente che in questo caso non si sarebbe potuto intervenire per rimediare al danno subito”.

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