Schio, ancora "profughi" in città alloggiati in una palazzina di un privato

La palazzina in via PioX a Magrè dove sono alloggiati gli immigrati

PRIMANOI, IL PREFETTO VUOLE LA GUERRA E L'AVRA'

Dopo la quarantina di sedicenti profughi già presenti in città da qualche settimana, dopo la quindicina trasferiti da Monte di Malo a Giavenale e i 6/7 sistemati nella palazzina di fronte alla stazione dei treni, in questi giorni sono stati parcheggiati a Magré altri "richiedenti asilo" più precisamente in una palazzina sita in via Pio X. 
"Continua quindi inesorabile la sistemazione di questi ragazzi di vent'anni nell'alto vicentino da parte dei funzionari della Prefettura con la complicità di cooperative e privati cittadini che hanno fiutato l'affare" - attaccano duramente i cittadini del Comitato spontaneo PrimaNoi che rimane sulle barricate contro l'arrivo di questi migranti definiti "falsi o sedicenti profughi". 
"Siamo al cospetto del peggior assistenzialismo divenuto un business che ricade sulle spalle dei contribuenti italiani -accusano dal comitato- mentre esistono sacche di disagio sociale e di povertà che affliggono drammaticamente i nostri connazionali verso i quali il disinteresse delle istituzioni è a dir poco vergognoso. Non è più accettabile destinare strutture abitative a tali persone -prosegue PrimaNoi-  quando vi sono centinaia di famiglie vicentine ancora in attesa di ottenere un alloggio pubblico".
Come è stato per gli altri arrivi di queste settimane, pare che dagli uffici comunali di Palazzo Garbin nessuno sapesse niente, il che secondo il comitato è l'ennesima conferma che il protocollo d'intesa che dovrebbe regolare l'accoglienza diffusa è "carta straccia, per cui bene ha fatto l'Amministrazione comunale a non firmarlo nonostante le pressioni strumentali ed ideologiche ricevute dal centro-sinistra scledense guidato da Carlo Cunegato di TessiamoSchio". 
Il comitato prosegue la raccolta di firme a sostegno della petizione promossa a settembre annunciando azioni di protesta ancora più incisive ed efficaci per "dare voce a quel popolo la cui maggioranza non stava sabato pomeriggio in piazza Falcone e Borsellino con le poche decine di italiani presenti ma con chi ritiene che la carità sia un valore che non si può svendere sull'altare del buonismo di chi non sta facendo accoglienza ma solo fatturato".

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